Decine e decine di anni fa, un mitico genio dell'ingegneria abitava in una metropoli della Magna Grecia. Il suo nome era Dedalo Mikalitsis e a lui la leggenda vuole siano legate
le invenzioni della vela, delle barche in legno, del Fireballis (antica deriva d'epoca). Fu costruttore eccellente, a lui si attribuiscono la costruzione di svariati "circoli".
Ma aveva anche carattere impulsivo, egocentrico, rabbioso: pare che durante un feroce litigio con un suo discepolo di Palermo, abbia colpito con un cacciavite ripetutamente la
sua barca (ma in questo caso alcuni storici ribaltano le responsabilità, ndr). Cacciato con ignominia dalla metropoli della Magna Grecia trovò rifugio presso la capitale del lago di
Bracciano, l'Acquarella (vicino l'odierna Roma), alle dipendenze del tiranno Minotte.
Il tiranno gli diede il compito di ristrutturare un labirinto inestricabile, dove rinchiudere il figlio un po' strano, il Minottauro, metà Minotte e metà non si sa cosa di
preciso. Si sa solo, con certezza, che il Minottauro si cibava solo di prodi prodieri, che sbranava lentamente, con crudeltà. Ogni "circolo" doveva offrire un prodiere all'anno
per saziare il Minottauro: il primo fu Paulus Masellis, seguace di Ippocrate. Poi il mite Caron, poi il gaudente Del Gaudio, persino il
cognato Lucianinus...
L'ultimo ad essere sbranato veniva da lontano... dalle rive del fiume Giordano (ma ancora non sapeva camminare sulle acque). Per pura fortuna si erano salvati il fratello del Re
Leonidas Mauritsis, Georgios, e il prodiere degli dei, il bel Ganimede, di cui re Minotte era segretamente innamorato. Non potendo più tollerare questo strazio, un coraggioso
eroe si offerse volontario per sfidare il Minottauro in un mortale duello. Paissas il suo fulgido nome. Prima di partire per il labirinto, Paissas promise al suo amico Milias
che, in caso di vittoria, al rientro dall'Acquarella avrebbe issato lo spinnaker bianco di Pinnel, e non quella sòla dello spi Cruciani. Non avendo il coraggio
necessario a sfidare il gran mostro tremendo, il nostro eroe sedusse una bella prodiera: gli storici di area germanica pensano si tratti della dea Barbara Karmody, mentre i loro colleghi
transalpini pensano piuttosto alla ninfa Sotteau. E' più probabile che si trattasse invece della nostrana D'Altemps. Il piano del disonesto era semplice: mentre il Minottauro si pappava
la prodiera, lui lo avrebbe infilzato con un tangone o una deriva Pinnel&Bax. Ma il destino cinico e baro covava nell'ombra dei palazzi di Minotte. Dedalo
Mikalitsis, innamorato della donna, le diede un rocchetto di spectra per ritrovare la via d'uscita dal labirinto. Paissas naturalmente non trovò la forza e il coraggio
per schiacciare la testa al Minottauro e si diede alla fuga insieme alla prodiera: grazie alla spectra riuscirono a fuggire dal tremendo Minottauro (una volta fuori, il Paissas millantava di
avere ucciso il gran mostro tremendo a colpi di deriva). Lasciata l'Acquarella di gran carriera, prima che qualcuno lo protestasse, nella fretta issò lo spi di Cruciani: Milias,
a quel punto, salito in cima al Castello di Bracciano, si lanciò nel vuoto... (sembra si ruppe solo un ginocchio). Nel frattempo Minotte, scoperto il tradimento del Mikalitsis,
lo fece gettare a sua volta nel labirinto insieme alla vittima designata D'Altemps. Ma quel genio di inventore, in quattro e quattr'otto si trasformò in un uccello cicciotto: fabbricò infatti due
paia di ali, con cui volò via insieme alla prodiera. Di loro si sono perse le tracce... Il Minottauro rimase digiuno a meditare sul proprio destino e sui propri insuccessi. E
comprese che l'unica speranza che gli rimaneva era cambiare, diventare più buono e smettere di mangiare prodieri.
Dedicato ai poveri prodieri!
Cocucayard
Incoraggiata a sporgere protesta, per un contatto senza testimoni, sperimenta sulla propria pelle l'impassibilità del disonesto.